Simm tutt purtualle
In tutte le sceneggiate che si rispettino il momento clou è sempre quello del protagonista più o meno in odore di guapparia che, urlando “mantenetemi… o faccio una strage”, si slancia con impeto plateale contro qualcuno della famiglia, reo di una qualche presunta scorrettezza, guardando allucinato intorno a sé alla ricerca di chi faccia finta di trattenerlo per evitargli la figura barbina di doversi fermare da solo Non molto dissimile il copione della sceneggiata della politichetta locale che, in occasione dei momenti cruciali nei quali si decide se continuare a fare danni o andare tutti a casa, prevede immancabilmente che una parte più o meno consistente di consiglieri di maggioranza cerchi di vendere alle migliori condizioni il proprio voto favorevole al conto consuntivo o al bilancio di previsione e, innalzando la bandiera degli interessi della città e dei cittadini e richiamandosi alla inderogabile necessità di dare nuovo impulso alla attività amministrativa, si mette di traverso minacciando di fare sfracelli se il Sindaco non prenderà in considerazione le loro richieste
In realtà il Sindaco sa che nessuno ha veramente l’intenzione di tornarsene a casa e che più di tanto la corda non verrà tirata e si prepara a soddisfare i diversi appetiti con contentini risibili che verranno accettati di buon grado dai “dissidenti” che a loro volta chiedono molto sapendo che dovranno accontentarsi di qualche briciola e nell’ipocrisia generale continueranno a vivere felici e contenti nella loro sostanziale nullità che garantisce un banale galleggiamento a tutti della serie “ simm tutt purtualle”
La scheggia impazzita
Quest’anno però, nel braccio di ferro ingaggiato a tempi lunghi in vista del voto sul bilancio, nella sceneggiatura d’uso si è inserita una variante che potrebbe costituire una scheggia impazzita e rendere un po’ più complessa la ricomposizione di basso profilo che di norma chiude la vertenza. Per far vedere che facevano sul serio sette consiglieri di una maggioranza che in tutto ne annovera 14 ( Pellecchia, Di Stefano, Tagliaferri, Di Guida, Astarita, Granata e Alfiero) ufficializzano con una lettera firmata e protocollata il loro dissenso nei confronti di una amministrazione che accusano formalmente di “immobilismo” e fanno sapere al Sindaco che deve sedersi a trattare con loro per rivedere l’assetto della giunta.
Già questo fatto è da considerare anomalo perché certe richieste nella norma vengono avanzate in gran segreto, ma ancora più fuori dell’ordinario è quello che succede pochi giorni dopo quando lo scontro fra il Sindaco e una parte della maggioranza (Di Guida, Pellecchia, De Stefano e Tagliaferri) deborda ampiamente i livelli di guardia, si arriva alle offese personali e pare che, nel corso del violento scazzo il pallido Liccardo abbia dismesso il suo rituale aplomb e lo stile acqua e sapone per abbandonarsi a epiteti “irripetibili… inusitati… sproporzionati… altamente lesivi della onorabilità dei consiglieri” e c’è chi dice che abbia fatto partire larvate minacce ricordando trascorsi familiari.
A questo punto i quattro consiglieri mettono penna su carta e consegnano a un organo di stampa locale, con preghiera di darne diffusione, una lettera indirizzata al primo cittadino che dice così “i sottoscritti consiglieri comunali, alla luce di quanto accaduto la scorsa settimana all’esterno della casa comunale e agli screzi che ne sono derivati, auspicano che il Sindaco Angelo Liccardo avverta la necessità di porgere le proprie scuse ai rappresentanti del civico consesso oggetto delle sue offese”
A tarallucci e vino
Dopo atti tanto ufficiali e tanto pubblici in un ambiente leggermente più dignitoso di quello della politica paesana sarebbe difficile per uno dei due contendenti venirne fuori senza le ossa rotte ma, vuoi perché le cose sono oggettivamente cambiate con un Tonino Di Guida che giocoforza deve tenere basso il livello del proprio intervento, vuoi perché non è difficile per un Sindaco abituato a comprare tutto procurarsi dall’opposizione consiglieri comunali che vengano all’occorrenza a sostituire i “diguidiani”, vuoi perché alla fine l’interesse di tutti è non andarsene a casa, noi siamo convinti che nonostante questa inusuale variabile, tutto si concluderà ancora una volta a tarallucci e vino alla faccia della dignità personale di ognuno dei protagonisti e soprattutto alla faccia di una città che da un anno e mezzo sta aspettando di essere amministrata
Ovviamente sarà nostra cura e impegno riferire a chi ci legge sui prossimi sviluppi della situazione.