Narra Tito Livio che Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolge alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città; al rifiuto dei vicini risponde con l'astuzia, organizza un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione che partecipano in massa portando con loro mogli e figlie e nel bel mezzo della festa rapisce le loro donne e, senza andare troppo per il sottile nella selezione, se le porta tutte a Roma dove nove mesi dopo cominciano a vagire i primi romanini
Sembra che qualcosa del genere stia succedendo anche a Marano dove gli strateghi della politica locale, che da mesi stavano mettendo a punto le loro liste in vista delle elezioni di maggio cercando faticosamente le adesioni di candidati in grado di garantire sostanziosi pacchetti di voti grazie alle supporto di famiglie particolarmente vaste e numerose, sono venuti a sapere all’improvviso che esiste la legge 215 del dicembre 2012 che prevede obbligatoriamente che nelle liste elettorali sia presente almeno un terzo di candidati donna e sono piombati nel panico più totale: hanno dovuto depennare candidati reclutati dopo laboriose trattative e dopo la classica sequela di promesse e si sono dovuti buttare a corpo morto su tutto ciò che sapesse vagamente di femminile fra quello che girava intorno a loro: donne che non ricevevano più un segnale di attenzione da almeno trenta anni all’improvviso sono diventate oggetto del più forsennato corteggiamento e c’è chi racconta di un particolare affollamento dopo l’imbrunire lungo una Domitiana non ancora interessata al traffico balneare.
Non sono mancate donne che, offese nella loro dignità, hanno sdegnosamente respinto al mittente le profferte interessate, molte invece hanno fatto finta di credere alle lusinghe e sono state al gioco sperando che almeno qualcuna delle tante promesse venga mantenuta.
La legge 215/2012
Non diremo mai abbastanza male della legge 215/12 ma non è adesso che vogliamo entrare nel merito di quanto sia intelligente imporre la cosiddetta “parità di genere” per legge invece di creare le condizioni culturali per un effettiva uguaglianza fra i sessi. Per il momento ci limitiamo a segnalare quanto sia mortificante una situazione come quella che, con un pizzico di ironia e voluta esagerazione, abbiamo descritto sopra; in questo momento ci preme dare a tutti quelli che andranno a votare il 26 e 27 maggio l’informazione più completa possibile in merito alle innovazioni che vengono apportate da questa legge.
Nella formazione delle liste abbiamo già detto che è reso obbligatorio l’inserimento di almeno un terzo di candidati donna e qualora questa proporzione non sia stata rispettata provvederà la Commissione Mandamentale a ripristinarla eliminando i candidati-uomo in eccesso a partire dall’ultimo e qualora in questa operazione di rastremazione la lista venisse a ridursi oltre il numero minimo consentito verrà completamente eliminata.
Nell’espressione del voto è consentito esprimere due preferenze invece che una sola a condizione che una sia per un candidato uomo e una per una donna; nell’eventualità che si esprimano due nominativi dello stesso genere viene eliminato il secondo
Dei casini che si presenteranno in sede di scrutinio dei voti avremo modo di parlare in un altro momento.
Le nostre liste
Ci sono due fatti che riteniamo particolarmente importanti che caratterizzano le liste della coalizione che sostiene la candidatura a sindaco di Mauro Bertini
Il voto di qualità. Nessun candidato è stato scelto sulla base dei voti dei quali può essere portatore ma esclusivamente in funzione dell’apporto qualificato che con la sua presenza può dare alla realizzazione concreta del progetto anche perché puntiamo sull’apprezzamento della città e non sui rapporti di famiglia, di parentela, di simpatia, o di sudditanza.
Vincere per governare. Il fatto che abbiamo rifiutato nella coalizione liste che non davano garanzia di coerenza come Italia dei Valori e che non abbiamo accettato l’offerta di grossi portatori di voti che hanno chiesto di candidarsi con noi ma che avevano alle spalle una storia tutta diversa dalla nostra e intenzioni amministrative che non erano propriamente collimanti con le nostre (complessivamente ci sono stati proposti quasi 3000 voti) ha fatto pensare a qualcuno che non avessimo voglia di vincere; la verità è invece di tutt’altro segno: vogliamo assolutamente vincere ma vogliamo vincere per governare e governare in una determinata maniera.
Le nostre quote rosa: la circolare della Prefettura che ricordava ai Comuni l’esistenza della legge 215/12 è arrivata molto tempo dopo che la lista de L’Altra Marano era stata completata e solo dopo siamo andati a contare quante fossero le donne candidate con noi scoprendo con piacere che invece delle otto che la legge impone sono nove, scelte tutte per la loro storia nell’impegno politico e sociale, per la loro qualità umana e professionale, per il valore intrinseco della loro presenza
Siamo i primi e… restiamo migliori
Mentre in tanti sono ancora sguinzagliati a cercare donne disponibili (a candidarsi), mentre tutte le altre coalizioni stanno ancora battibeccando su chi dovrà essere il candidato sindaco, L’Altra Marano ha il piacere di dare in anteprima la lista dei propri candidati espressi in ordine rigorosamente alfabetico.

I nostri candidati:
Ahmad Kaled
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Di Somma Raffaele
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Aldrelli Rosaria
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Felaco Michele
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Aprea Giuseppe
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Fiscariello Riccardo
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Aria Teresa
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Garofalo Anna
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Avolio Maria
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Giordano Eleonora
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Barberisi Giuseppe
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Guida Rosario
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Bocchetti Carmela detta Carmen
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Marseglia Fausto
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Capasso Giuseppe
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Menne Marco
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Ciannella Gerardo
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Morrone Bruno
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Coppola Rita
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Pace Francesca
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Dendrella Fabiano
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Recupido Alessandro
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Di Maio Rita
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Sarracino Ciro
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Mauro Bertini