Apr 27 Verso una città sostenibile: POLITICHE AL FEMMINILE
Una compagine politica che si ritenga degna di svolgere in maniera ottimale la gestione di un’amministrazione comunale, come la nostra, non può ignorare il complesso discorso che ruota attorno alla questione delle Politiche al femminile.
E’ interesse precipuo di questa forza politica il voler promuovere un rapporto di effettiva parità di genere, al fine di attribuire il giusto ruolo a quelle figure femminili idonee e meritevoli.
Nonostante la parità di genere sia, talvolta, ancora “dimenticata”, noi non consideriamo giusta l’attribuzione di qualsivoglia incarico ad una figura femminile solo perché femminile quasi come a voler conferire un contentino, al contrario, riteniamo che per lo svolgersi di determinati compiti, conti, come sempre, l’effettiva capacità che può essere propria tanto di una figura maschile, quanto di una figura femminile. Senza dilungarci oltremodo sulla storia del ruolo che le donne hanno avuto nelle istituzioni, è interessante ricordare che in Italia, il cammino delle donne verso la parità e la piena cittadinanza politica abbraccia un vasto arco di tempo che va dall’Unità d’Italia ai giorni nostri.
Nella giovane Repubblica italiana, infatti, le donne sono escluse dal diritto di voto sia politico che amministrativo, ma si iniziano ad avanzare le prime proposte di legge che resteranno inascoltate fino alla seconda guerra mondiale. Sarà solo nel 1945 che le donne verranno inserite nell’elettorato attivo per decreto. Nel corso degli anni, dunque, la storia è stata costellata da denunce, proteste ed atti giuridici volti a confermare e tutelare la parità di genere. L’ultima proposta di legge riguarda proprio la prossime consultazioni elettorali. Con la legge n°215, del novembre 2012, si sanciscono nuove: “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di
genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali..” Si stabilisce che: “..nessuno dei due sessi puo' essere rappresentato nelle liste in misura superiore ai due terzi dei candidati”.
Ciò vale a dire che le cosiddette quote rosa beneficeranno, per legge, di una serie di provvedimenti che le vedranno presenti nelle liste in un numero che sembri sia sufficiente a garantire la parità di genere. Non volendo addentrarci nel merito della legge e consapevoli che ancor oggi le donne non siano riuscite ad entrare a far parte in misura consistente nelle istituzioni politiche, sottolineiamo però che noi della Coalizione che sosterrà il candidato sindaco Mauro Bertini, senza alcun bisogno di leggi studiate ad hoc, avevamo già posto la debita attenzione verso le capacità delle donne, le quali non dovrebbero aver bisogno di alcuna forma di tutela legale per poter mettere a disposizione della collettività le proprie competenze. Riteniamo pertanto che senza la presenza di cervellotiche leggi che probabilmente complicheranno non poco le attività di voto, noi siamo, per mentalità e lungimiranza, attenti ad attribuire compiti e ruoli a chiunque sia meritevole di far parte della futura squadra di governo, a prescindere dal sesso. Era così impellente la promulgazione di questa nuova modalità di voto e soprattutto per le donne, non appare come una forzatura il voler imporre, per legge, la presenza di figure femminili nelle liste? Questa legge è rappresentativa di una effettiva parità di genere o di fatto è un ulteriore modo per discriminare, ulteriormente, le donne?
Eleonora Giordano