Tanto tuonò che piovve
Il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di scioglimento del Consiglio Comunale di Giugliano perché infiltrato dalla camorra locale e per la più grande città dell’hinterland napoletano si apre un duro periodo di sospensione della vita democratica che si protrarrà almeno per 18 mesi con tutti i problemi e tutte le difficoltà che colpiranno soprattutto quelli che con la camorra non avevano e non hanno niente da spartire
Non è detto che, con la camorra dominante, la vita democratica di Giugliano godesse di una salute migliore e non è detto che il commissariamento sia proprio una iattura se servirà a allentare la morsa dei cani da presa sulla vita cittadina, è certo però che uno schiaffo violento in faccia i nostri vicini l’hanno preso e se lo terranno per tempi molto più lunghi di quelli del commissariamento
Un monito per Marano?
Sembra che quanto è successo a Giugliano sia capitato a fagiolo per far richiamare l’attenzione dei cittadini di Marano, che si stanno preparando alle elezioni del 26 maggio, su un problema che dalle nostre parti non è meno grave che altrove e che potrebbe esporre anche la nostra città alle conseguenze che sono capitate ai nostri vicini se, nell’andare a cernere la farina fra le forze che sono rimaste in campo per la prossima tornata elettorale, non strabuzzeranno gli occhi per andare a vedere se ce n’è qualcuna che potrebbe essere portatrice, magari sana, del germe grave di un possibile scioglimento nel breve o nel medio periodo
Quelli che il Dott. Mario Cavallo chiamava i “poteri forti” non sono mai stati semplicemente a guardare nei momenti cruciali in cui la città doveva scegliere i suoi amministratori ma hanno sempre lavorato con metodi e sistemi ampiamente convincenti per orientare la scelta verso candidati che potessero curare più i loro interessi che non quelli della città. Un paio di volte sono stati battuti e sempre da BERTINI, ma quando sono riusciti a portare a casa il risultato per Marano sono stati violentissimi dolori di pancia con convulsioni che durano tutt’ora e che dureranno ancora a lungo ed è presumibile che anche questa volta non se ne staranno alla finestra soprattutto se fra gli impegni ai quali dovrà dedicarsi la futura amministrazione c’è un problemino nient’affatto marginale come il nuovo Piano Regolatore e se c’è qualcuno che nasconde nel manicone qualche fastidiosa serpe e tutto vorrebbe meno che occhi indiscreti vadano a posarsi su carte e documenti che potrebbero rivelare manovre non proprio trasparenti su operazioni importanti come il PIP
I sintomi
L’operazione, ovviamente, non avviene alla luce del sole ma i segnali che rivelano un’intensa azione sotterranea sono molti e estremamente significativi a partire dalla infinita disponibilità delle risorse economiche per cui non si guarda alle spese nello stampare manifesti che decine di attacchini prezzolati affiggono con la copertura di squadrette di appoggio coprendo senza ritegno i manifesti degli avversari, si organizzano cene e pizze oceaniche per migliaia di possibili elettori e si mettono in campo centinaia di “facilitatori della persuasione” che hanno una penetrazione capillare sul territorio e non risparmiano nessuno soprattutto fra quei cittadini che sono più coinvolgibili nella riscoperta di parentele trasversali, più esposti alle pressioni, ai ricatti larvati, alle minacce velate, più disponibili alle promesse sfacciatamente impossibili e ai quali non fa scomodo qualcosa di soldi
Collaudati meccanismi nella formazione delle liste costituiscono un altro segnale inequivocabile: i candidati vengono raggruppati in un nugolo di liste nessuna delle quali ha un minimo di trascorso politico, scelti sulla base della loro capacità di racimolare voti fra i familiari o accoliti e vengono rigorosamente contingentati a un preciso numero di preferenze che volenti o nolenti devono produrre: la loro specializzazione è il VOTO COATTO e le grandi manovre sono già in atto
Il candidato sindaco
Con il concorso di autentici esperti nel marketing comunicativo i nostri manovratori, che tanto occulti non sono, mettono particolare cura nella scelta del candidato sindaco sapendo benissimo che è sulla sua immagine che si calamita l’attenzione degli elettori meno scafati, se ne sceglie uno possibilmente giovane perché oggi giovane tira, presentabilissimo e soprattutto perfettamente compatibile con l’immagine classica del “bravo ragazzo”, lo si circonda di tanti altri bravi ragazzi e si fa molta attenzione a non fargli apparire intorno la claque buzzurra che rovinerebbe la scena. Se proprio non se ne può fare a meno, anche per far capire a chi di dovere chi c’è alle spalle, si fanno salire sul palco gli sponsor più chiacchierati ma si fa attenzione e non farli parlare perché potrebbero abbassare il tono della kermesse (vi immaginate un intervento di Giggino ‘a purpetta o di Di Guida in un contesto tutto di classe?) e soprattutto sgamerebbero gli inquietanti retroscena.
La favola del bravo ragazzo
Girava tempo fa per Marano la favola di un medico che era tanto una brava persona che quando si candidò a sindaco venne eletto con un effluvio di voti; nel fare il sindaco però la brava persona dimostrò di non essere secondo al suo predecessore nel fare clientela e imbrogli, si fece prendere con le mani nella marmellata in una lottizzazione illegittima e dimostrò ampiamente di difettare degli attributi necessari al ruolo quando dopo solo nove mesi di governo lasciò tutto e se ne andò. Dimostrò di essere un pessimo sindaco e a qualcuno fece sorgere il dubbio che forse non fosse proprio quella brava persona che si diceva.
Noi alla favola del “bravo ragazzo” non ci crediamo nemmeno un po’ perché se viene scelto da chi diciamo noi ed è tanto un bravo ragazzo da non capire con chi si è messo allora rivela un’ingenuità che rende estremamente rischioso per sé e per la città l’affidargli un ruolo tanto importante in un momento tanto delicato; se invece il bravo ragazzo sa bene qual è il progetto e si presta al gioco allora tanto un bravo ragazzo non è né è credibile l’idea che possa essere lui quello che,una volta eletto, detterà le regole del gioco o potrà lasciare se sente il fieto del miccio
Faremo la fine di Giugliano?
Ovviamente nessuno pensa di avere la sfera di cristallo né l’idea di fare la Cassandra ci sta bene ma alcuni segnali inquietanti ci sono e dopo sei anni di disavventure con due sindaci sbagliati, dopo un anno di commissariamento che ha finito di massacrare la città, di tutto Marano ha bisogno meno che del rischio di finire definitivamente commissariata. Sarebbe veramente la fine
Vale la pena correre il rischio?