E’ esploso in mano a chi lo stava maneggiando il giocattolo delle primarie del Centro Sinistra di Marano e ha fatto più danni di una bomba a grappolo sgretolando trame ordite da tempi lontani, cancellando sogni di gloria di personaggi che sono miseramente caduti dai trampoli sui quali si erano arrampicati per sembrare più alti, rivelando l’inconsistenza di un accrocco rabberciato alla meno peggio: l’informe castello di sabbia tirato su in una qualche maniera su un improbabile progetto della premiata ditta Morra-Simioli e tenuto insieme con lo sputo si è dissolto alla carezza leggera della prima onda che ha superato la battigia livellando, spianando e risucchiando il tutto verso il mare magnum dove tutti galleggiano in maniera indistinta
I numeri usciti dalle urne ci consegnano un Centro Sinistra letteralmente imploso, collassato sul vuoto totale di un progetto che non c’è mai stato, un vuoto che non poteva essere colmato dalle parole d’ordine che gli sono state appiccicate addosso all’ultimo momento e noi, nell’analisi dell’evento che ci proviamo a enucleare, partiamo proprio dai numeri e dalla impietosa verità che questi rivelano
Quarantaquattro gatti
Già dai numeri dei partecipanti alle manifestazioni di chiusura del Partito Democratico e di SEL, che sommati insieme non andavano oltre le 45 persone, si intuiva quanto l’accrocco fosse artificiale e totalmente avulso dal cuore della città e il numero di quanti, presi per la collottola, sono stati trascinati al voto conferma l’assoluta frattura fra gli ideatori della kermesse e la città reale: alla fine della giostra sui circa 45.000 elettori che compongono la platea di Marano solo 2.565 sono quelli che si sono portati ai seggi. Siamo intorno a un 5% che parla in maniera inequivocabile del fatto che Marano dei continuatori della tragica storia segnata da Perrotta e da Cavallo non ne vuole più sapere niente e che farebbero bene a restarsene a casa e nello stesso tempo induce una banale e semplice riflessione sulle reali aspettative in termini di consensi che alle elezioni potrebbe raccogliere una coalizione che si è proposta alle primarie con la forza di ben sette fra partite e liste civiche racimolando una manciata di voti che a stento farebbero scattare il quorum per il consigliere comunale
Vince Palladino
Contro ogni previsione il candidato più votato è risultato Michele Palladino che, con 910 preferenze, si piazza inaspettatamente al primo posto facendo fuori Matteo Morra che tutti, e noi per primi, davano per sicuro vincitore.
La cosa sorprende per una variegata serie di motivi e se sono in molti a domandarsi se sia tutta farina del suo sacco noi evitiamo di interessarci della farina e fra i primi motivi di sorpresa mettiamo il travagliato rapporto fra il vincitore e la coalizione dalla quale si era allontanato sdegnosamente affermando che mancavano le condizioni per una sua adesione e dove, dopo aver tentato inutilmente di accasarsi con Mauro Bertini, è ritornato, con la testa coperta di cenere, pensando che forse non valeva la pena fare molto gli schizzinosi a rischio di rimanere del tutto fuori dai giochi.
Sorprende anche il fatto che con il disfacimento dell’IdV. non potevano certo essere i voti di opinione a garantire un minimo di consenso considerato anche il fatto che tutto il partito a Marano si compone di fatto del solo Palladino, di G. Carandente Tartaglia e Marco Tagliaferri. Sembra invece che abbia prodotto effetti insperati il lavoro certosino e capillare che è stato messo in campo e che non ha risparmiato nessuno convincendo tutti ovviamente con solidi argomenti politico-progettuali
Perde malamente Matteo Morra
Abbandonato dal Partito Democratico al quale in buona parte si era reso inviso a causa dell’asse di ferro con Eduardo Simioli, penalizzato forse dalla intervenuta candidatura di Angelo Liccardo nel PDL che probabilmente gli ha fatto mancare un consistente apporto di voti extra, il superfavorito M. Morra si ferma a quota 768 e esce di scena, lo fa però con classe assicurando il proprio appoggio a Palladino; ovviamente nessuno ci crede ma noblesse oblige
Ridimensionata Stefania Fanelli
Non va oltre i 365 voti la candidata di SEL che dopo aver promosso mille tavoli di confronto, imposto le sue parole d’ordine come condizione per accettare idee imbarazzanti è rimasta abbarbicata alla sgangherata carrozza del Centro Sinistra nonostante sinistri scricchiolii né indicassero la precarietà e che adesso non può che prendere mestamente atto di una sconfitta cocente che ne ridimensiona forse definitivamente le ambizioni che probabilmente si erano un po’ troppo allargate dopo quei famosi 4.000 voti alle primarie per le politiche.
Ovviamente trascina con sé anche il Partito costretto a rimanere, obtorto collo, in un contesto innaturale e inibito a aprire un qualsiasi dialogo con quello molto più congeniale de L’Altra Marano a causa di una idiosincrasia congenita tutta sua nei confronti di Mauro Bertini, confronto che, a dire il vero, non è mai stato chiesto da parte dell’ex sindaco di Marano ma mai nemmeno negato
Perde il Partito Democratico
Il PD è il grande sconfitto nel gioco delle primarie che lo stesso ha promosso nella convinzione che gli accordi sotto banco avrebbero condizionato il risultato. Un partito vecchio, sclerotizzato, spaccato nel suo interno, da venti anni saldamente in mano a soggetti che sono stati al centro di tutti i compromessi, gli intrighi e gli intrallazzi rischia di scomparire dallo scenario politico di Marano portandosi dietro le responsabilità immense delle amministrazioni Perrotta-Cavallo dopo aver tentato di riproporle anche per le ormai imminenti elezioni. E’ significativo il fatto che nel seggio allestito proprio nella sede del PD la Fanelli abbia battuto Morra con 50 voti di scarto. Pare che alla fine si sia dimesso il Segretario, ma può essere questa la catarsi?
Liberi tutti
Siamo convinti che le primarie, fatte così quasi per gioco, siano state per la coalizione del Centro Sinistra un vero e proprio tsunami e abbiano di fatto sancito il “rompete le righe” di un accrocco che non è mai stato una vera e propria coalizione
Palladino molto probabilmente avrà con sé quel residuato bellico che porta ancora la sigla dell’IdV e potrà fare affidamento sui suoi contatti personali sicuramente vasti e di vario tipo e natura
PD: nonostante le affermazioni e le formali asserzioni di fedeltà al progetto c’è veramente qualcuno che pensi che gli elettori del PD voteranno per Palladino?
SEL: a parte i numeri che a ogni occasione si dimostrano essere sempre più scarni, quali motivazioni avrebbero gli amici di Stefania per votare Palladino?
Orizzonte Concreto: rotto l’asse con Morra che cosa può pensare di portare concretamente a casa Eduardo Simioli che la politica non la fa per sport? Con quale animo penserà di votare Palladino o farlo votare dopo che, quando l’IdV è uscita dal tavolo del Centro Sinistra, non ha esitato a tirare fuori il meglio dal suo forbito e elegante vocabolario rivolgendosi su FB al neo commissario del Partito per dirgli a chiare lettere “sei una latrina”? Si può mai mandare una latrina a governare Marano? (Ci scusiamo per la crudezza del linguaggio, ma il dovere di cronaca lo impone)
Centro Democratico: tutti gli uomini del Centro Democratico sono transfughi dell’IdV e sono passati con il partito di Tabacci come ripicca contro Palladino quando questo ha fatto commissariare il partito di Di Pietro; adesso voteranno Palladino?
Questi fantasmi: evitiamo di parlare dei Verdi e di Napoli Nord che non sono che ectoplasmi senza sostanza
Noi, la sinistra
