6 Dicembre 2013 - LA FINESTRA DI TORRE CARACCIOLO: PER NON FARE LA FINE DI SARNO
"Dopo Sarno e la Sardegna,i prossimi ad essere colpiti potremmo essere noi". Così recitava uno dei tanti striscioni con cui i cittadini della Collina hanno protestato martedì 26 novembre dinanzi alla sede comunale di Marano, sperando di colpire la sensibilità altrui e dimostrare con queste parole il diffuso stato d'animo di preoccupazione misto a rabbia degli abitanti della parte alta della città in seguito all'ennesima ed assurda presa di posizione da parte dell'amministrazione comunale, che ha illuso le loro aspettative e che ha, di fatto, ignorato ancora una volta l'esasperazione degli stessi abitanti della zona alta di Marano. I cittadini della Collina hanno subito proprio per colpa della discarica l'impedimento del completamento della necessaria rete fognaria. Ci sentiamo depredati del nostro territorio, perché per far fronte all'emergenza rifiuti, il Commissariato Straordinario prese 4,5 milioni di euro per la costruzione della discarica di Chiaiano dal finanziamento assegnato per l’anello fognario della Collina. Per una sorta di "consolatio populi", il Ministero inviò i fondi delle compensazioni ambientali,soldi che sono arrivati a Marano,ma non si è mai pensato di utilizzarli per ricostituire il budget decurtato proprio per colpa della cava. Le amministrazioni precedenti all’attuale hanno trascurato questo importante quanto pericoloso stato di giacenza del territorio e del sottosuolo della Collina e questo atteggiamento di negligenza e di indifferenza sembra continuare anche con la Giunta del neosindaco Liccardo,il quale, a dispetto della sua disponibilità e della sua apparente volontà di risolvere una volta per sempre questa diatriba tra autorità locali e cittadini che dura ormai da quarant'anni,continua irresponsabilmente a negare l'ultimazione dei lavori dell'opera fognaria. La situazione, già di per sè paradossale e anacronistica, assume una risonanza ancora maggiore alla luce dell'alluvione che ha colpito la Sardegna e rimangono ancora inascoltati gli appelli dei geologi che vedono la Collina dei Camaldoli come seconda fra le zone a grave rischio idrogeologico in Campania dopo il comune di Sarno, tristemente noto per la tragedia del '98.
Ciro Accardo