25 Ottobre 2013 - Punto di vista : NON BASTA ESSERE GIOVANI PER RINGIOVANIRE LA POLITICA
Nel precedente articolo abbiamo iniziato la trattazione di un tema molto interessante: il rapporto odierno che i giovani hanno con la politica e con tutto ciò che ad essa si ricollega. Avevamo puntato l’attenzione soprattutto sullo slogan, divenuto più una moda che una vera e propria linea guida, “spazio ai giovani” sottolineandone le molteplici incongruenze. Essendo l’argomento di profonda importanza e notevolmente ampio, abbiamo ritenuto opportuno poter dedicare qualche altra riga a riguardo, con l’intento di specificare ulteriori dinamiche di questo particolare processo. Tra i giovani è emerso un progressivo distacco dalla politica che fa riferimento ai grandi partiti nazionali, ma tale distacco non si tradurrebbe in rassegnazione ed antipolitica, bensì in un aumento della partecipazione alla vita attiva del contesto in cui si vive. Un’ampia fetta della popolazione giovanile di questo paese mostra specifici interessi verso i problemi della propria città, del territorio e dell’ambiente circostante e cerca di convogliare il proprio impegno all’interno di movimenti ed associazioni guadagnando un campo di azione più ampio ed incisivo. Ma qual è nello specifico il livello di preparazione da parte delle nuove generazioni in relazione alla politica attuale? Sono in grado di lavorare senza avere dei chiari punti di riferimento? Sarebbe errato credere che i giovani siano scevri da ogni condizionamento pregresso, ma al contrario bisogna riconoscere ed individuare quella sorta di imprinting che, ricevuto durante il progressivo percorso di avvicinamento alla vita politica attiva, può averli condizionati nelle scelte e nei modi di agire. Non possiamo a priori dare un giudizio assoluto, positivo o negativo, in merito a tale processo di interiorizzazione di determinate linee guida,ma possiamo a seconda dei casi,provare ad analizzare cosa voglia dire per un giovane neofita della politica ricevere una sorta di supporto da chi ha maggiore dimestichezza con le dinamiche specifiche dell’ambito. In ogni processo di ricambio generazionale coloro che aspirano a porsi alla guida di una determinata realtà politico sociale devono necessariamente tenere sempre ben presente l’enorme valore,qualora vi sia,di chi l’ha preceduto. Approcciarsi con la presunzione di chi crede che essere giovane sia l’unico requisito necessario per essere in grado di ricoprire ruoli ed incarichi è da ritenersi un grave errore;bisogna sempre avere ben presente che nessuno può,senza un minimo di esperienza e competenze specifiche,pretendere di porsi come il cambiamento;solo se verrà attivato un vero processo di apprendimento, la futura classe politica,locale o nazionale,potrà operare nel migliore dei modi. Questo processo non può prescindere dall’avere dei punti di riferimento che pongano le basi affinché tutto ciò che di positivo è stato concretizzato non venga perso,ma anzi al contrario sia considerato come un prezioso patrimonio da assimilare e perpetuare nel tempo. Non è un’operazione semplice e porta con sé il rischio che la nuova classe politica sia etichettata come prodotto emulativo della precedente,ma nessun processo di cambiamento è semplice ed immediato ed appare come logica conseguenza il fatto che chiunque voglia agire in tale ambito dovrà dimostrare pazienza ed umiltà senza far leva unicamente sui propri dati anagrafici,ma riconoscendo coloro i quali grazie ad un’esperienza meramente pratica in ambito tecnico amministrativo, siano in grado di poter guidare e formare la futura classe politica. Nell’ambito di tale complessa operazione ai giovani spetterà il complesso compito di lavorare su un doppio fronte di carattere tecnico e sociale affinchè gradualmente riescano a conquistare uno spazio ed una visibilità propri, senza essere costantemente ricollegati ai propri predecessori, ma distinguendosi per aver portato avanti quanto di positivo è stato fatto nel recente passato, arricchiscano la nuova politica attraverso nuove idee ed al differente modo di agire, tipico di ogni nuova generazione.
Eleonora Giordano

