23 Novembre - PUNTO DI VISTA VEDI NAPOLI E POI MUORI…
“Vedi Napoli e poi muori” è una vecchia citazione che si perde nella notte dei tempi ed il cui significato è legato alla bellezza indiscussa della città. Nel corso degli ultimi giorni questa frase è stata completamente stravolta da parte di un noto settimanale ed adattata all’ennesimo articolo inerente alle recenti scoperte di inquinamento ambientale relativo alla Terra dei fuochi.“Bevi Napoli e poi muori”,questa è stata la frase oggetto dello scandalo che ha fatto indignare parte dei napoletani relativamente a questa un’inchiesta che, risalendo al 2007 risulta oramai essere anacronistica. Pare però che buona parte degli opinionisti abbia sentenziato senza aver letto l’articolo stesso, ma ha preferito esprimersi solo sulla base di quel solito,e troppo spesso deleterio,campanilismo che,associato ad un’onda emozionale,porta a non valutare lucidamente la realtà dei fatti;associati a questi vi sono poi stati tutti coloro che strumentalizzando il fatto,hanno cercato di ricostruirsi una propria verginità politica (nota della Redazione: vedi tal Corrado Gabriele). Sottoposto ad una rapida lettura pare che quest’articolo nulla levi e nulla aggiunga ad una realtà dei fatti drammatica,conosciuta da anni almeno qui in Campania e taciuta omertosamente da chi aveva il compito di tutelare l’ambiente e la salute della popolazione. C’è da aggiungere che quest’articolo si inscrive all’interno di una serie di dibattiti e scoperte ancor più sconvolgenti che stanno tenendo banco proprio in questi ultimi mesi:dalle dichiarazioni di Schiavone, rimaste nascoste per oltre 10 anni, alla gravissima situazione del sottosuolo fumante presso l’ex Resit,fino a risalire alle pagine scritte dallo stesso Saviano che in Gomorra fa un chiaro riferimento ai metodi poco ortodossi della coltivazione dei terreni nella Terra dei fuochi. Alla luce di quanto detto,risulta difficile credere alla bontà di tanta indignazione relativamente ad una vecchia inchiesta sul quale nessuno di noi attualmente è in grado di dare pareri tecnici.Anche le smentite sono state ambigue,ma sorprende che,corretta o meno,quest’indagine di stampo americano,sia stata lasciata nel dimenticatoio e che solo ora gli organi preposti si affannino a sconfessare una serie di ipotesi che non sappiamo fino a che punto collimino con la realtà.Tra le varie rettifiche merita accenno quella relativa ad un tavolo di confronto al quale parteciparono uomini delle istituzioni;i fatti risalirebbero al 2008, data dell’ultima emergenza rifiuti a Napoli e provincia e che ebbe come epilogo l’apertura della discarica di Chiaiano.Gli organi che si confrontarono furono gli stessi che fornirono pareri tecnici favorevoli affinchè la discarica fosse allestita proprio al centro di una delle aree più densamente popolate.Pareri che furono successivamente smentiti,seppur in maniera tardiva,dalla magistratura che,sequestrando una piazzola,parlò di probabile disastro ambientale con relativa contaminazione della falda acquifera.Se queste sono i tecnici competenti sui quali dovremmo fare affidamento per essere tranquilli sullo stato dell’ambiente in cui viviamo è più che lecito nutrire dubbi e perplessità e l’indignazione che scatta quasi a comando non è funzionale ad alcuna risoluzione concreta del problema.Un’indignazione di stampo campanilistico,che non si è sollevata massiccia a seguito delle dichiarazioni di Schiavone o delle inchieste delle Iene,alle quali va il (de)merito di aver mostrato parte del problema,generando però una vera e propria psicosi collettiva,su scala nazionale,al punto che i campani si sono muniti di cartellini al collo per chiedere aiuto contro la morte per cancro,e di contro,nel resto d’Italia,è iniziata la messa al bando dei prodotti alimentari campani.Tra l’altro si sono svolte,e si svolgeranno,numerose manifestazioni popolari col fine di sottolineare che in queste terre si sta morendo di cancro ed altre patologie ed indignarsi clamorosamente per 6 pagine di inchiesta risulta un vero controsenso che non trova altra spiegazione se non in un’ipocrisia che mira a spostare l’attenzione dal vero problema. Chi considera quest' articolo allarmista e lesivo dell'immagine della Campania,non dovrebbe partecipare nemmeno più a manifestazioni e proteste,ma dovrebbe allinearsi con i vari ministri che hanno attribuito l'elevata incidenza tumorale in Campania all'obesità e alle cattive abitudini alimentari.
PARLIAMONE
Visto il dibattito che sull’argomento si è aperto sui media e sui social network abbiamo pensato che anche i lettori di questa rubrica abbiano voglia di dire come la pensano e gliene vogliamo offrire l’opportunità indicando l’indirizzo di posta elettronica al quale recapitare le proprie idee che verranno riproposte in sintesi nel prossimo numero
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