22 Ottobre 2013 - ASSESSORE PER PROCURA - La sindrome del padroncino

22 Ottobre 2013 - ASSESSORE PER PROCURA - La sindrome del padroncino

Idee poche ma confuse
Che il nuovo Sindaco di Marano non disponesse di idee molto chiare lo davano a vedere già i vari momenti di confronto durante la campagna elettorale dove era solito ripetere a pappagallo frasi confezionate da altri e lo facevano intuire gli opuscoletti fatti circolare a decine di migliaia nei quali si indicavano fra le necessità primarie e prioritarie della città e come elementi fondanti del suo programma amenità quali la distribuzione capillare di postazioni Wi-Fi o le strisce rosa per il parcheggio delle donne incinte; ma a dare conferma dello stato vagamente confusionale del nostro primo cittadino sono state alcune scelte basilari da lui operate e, in particolare, quelle che riguardano la composizione della giunta per la quale aveva assunto l’impegno solenne di privilegiare capacità e professionalità mentre, da come si sono messe le cose, pare che nella giunta Liccardo capacità e professionalità siano elementi che non si sa proprio dove stiano di casa
E’ normale che da una constatazione di questo tipo derivino ulteriori e ancora più inquietanti perplessità perché al momento non siamo ancora riusciti a capire se il Sindaco abbia idee poco chiare in merito al significato delle parole che usa, se questa non sia stata un’altra delle promesse fatte a vanvera o se questo non sia il livello più alto di qualità e professionalità che riesce a esprimere il contesto nel quale si muove. L’unico fatto certo è che con gli assessori che si ritrova attorno (fatta sempre l’unica eccezione del Prof. Longoni che non si sa come sia capitato in questo caravan serraglio e che si ha sempre più l’impressione che serva a Liccardo per giustificare con il rigore e l’intransigenza dell’assessore il mancato mantenimento di promesse che sapeva e che sa che  non possono avere seguito) quello che ci si può augurare è che nessuno si muova più di tanto perché come si muovono fanno danni
L’Assessore al personale che fa il capo del personale
Si inserisce a perfezione in questo quadro il nuovo assessore al personale, compito al quale è stato chiamato, sempre in perfetta coerenza con quelli che sono i principi del merito e della competenza, il giovane Eliodoro Belmare il quale si è calato immediatamente e con straordinario impegno nel ruolo tanto da intervenire su tutto e su tutti, quasi sempre a spiovere, prendendosi la briga di disporre direttamente spostamenti, assegnare incarichi, distribuire incombenze, redarguire il personale recalcitrante, posticipare la data della prevista riunione della delegazione trattante in considerazione del fatto che lui a quell’ora e in quel giorno aveva altri impegni improrogabili… il tutto con una insopprimibile voglia di fare che gli ha fatto dimenticare che una cosa è fare l’assessore e l’altra fare il capo del personale, che non gli ha dato il tempo di capire che una cosa è la funzione di indirizzo e controllo che la Bassanini assegna alla politica e quella di gestione che invece è di stretta e esclusiva competenza dei funzionari a meno che a motivarlo in questo frenetico tourbillon non sia una sua naturale tendenza al comportamento classico del padroncino che lo induce a fare delle vere e proprie invasioni di campo e a fargli dimenticare, caso mai qualcuno glielo avesse detto, che l’assessore alle riunioni della delegazione trattante non può e non deve partecipare
L’Assessore per procura
Ma se non è il diploma di geometra che gli garantisce una preparazione specifica per il ruolo e se non può vantare un’esperienza maturata sul campo in base a quali meriti il nostro baldo giovanotto è finito a fare l’assessore al personale? Noi siamo convinti che il nome sia uscito dal bussolotto della politica dal quale è stato estratto a forza dopo un lungo braccio di ferro nel quale si sono impegnate le variegate forze che erano andate a confluire in quello strano agglomerato a cui fu dato il nome di “Piazza pulita” e dove di pulito c’era soltanto il nome mentre si coniugava a muso duro e in tutte i modi e i tempi solo il verbo “piazzare” e così, nell’ottica di un ringiovanimento tutto di facciata, l’inossidabile Carlo Astarita (cavalliano di ferro e epigone della più vieta politica che assume ancora indicazioni e suggerimenti da cariatidi dell’antico come quel Giuseppe Simeoli che fu mille anni fa assessore provinciale) ha imposto, battendo gli ex UDC, il nome di Eliodoro Belmare per riprendere per suo tramite il ruolo che già era stato suo nella Giunta Cavallo


Tutto qui il nuovo che avanza?