11.01.2013 00:24
UN BAGNO DI SANGUE L’IMU costa ai cittadini di Marano 12,5 milioni di euro

Una notizia che dà i brividi
Relegato in un trafiletto quasi marginale esce sul Mattino e viene riportato su INTERNAPOLI un articolo di Nando Bocchetti, puntuale testimone dei fatti e dei misfatti della nostra città, nel quale si dà notizia che il Comune di Marano ha incassato per l’IMU la somma assolutamente ragguardevole di 8.937.000 euro; la cosa sembra essere scivolata via senza troppi sussulti e senza suscitare un particolare interesse in città dove qualcuno l’ha colta come il segnale di una insospettata vitalità economica delle famiglie e qualcun altro l’ha accolta come una salutare boccata di ossigeno per la esangui finanze comunali.
A noi, invece, la notizia ha fatto letteralmente venire i brividi perché ne abbiamo immediatamente colta la grandissima rilevanza sul piano sociale pensando alle famiglie che si sono dovute sottoporre e che dovranno sottoporsi per gli anni a venire a un salasso pesantissimo e sul piano istituzionale per quello che significa e per quanto rivela in riferimento alla gravità della situazione finanziaria del Comune.
Una trasfusione che distrugge il donatore
Per capire realmente quanti soldi l’IMU ha risucchiato alle famiglie di Marano bisogna fare chiarezza su tutti i numeri dell’ operazione: agli 8.937.000 euro che il Comune ha materialmente incassato vanno aggiunti i circa 3.400.000 euro che ha incassato lo Stato e a questi vanno ulteriormente sommati gli importi di tutti coloro che non sono riusciti a pagare e che inesorabilmente verranno beccati da EQUITALIA che li costringerà senza pietà a cacciare fino all’ultimo centesimo con l’aggiunta di sanzioni e interessi e non aiuta a stare sereni il pensiero che è stato proprio il terrore dell’azione violenta di EQUITALIA che ha costretto tanta gente a trovare soldi dei quali non disponeva ricorrendo a prestiti e magari anche andando a finire sotto usura.
In una situazione di crisi profonda, in una città che conta almeno un disoccupato per ogni famiglia sarebbe da incoscienti non considerare che la trasfusione di circa 15 milioni di euro dalle vene delle famiglie nelle casse del Comune, senza nemmeno sapere se ritorneranno mai in termini di servizi, può produrre il collasso del tessuto sociale della città con guasti che potrebbero essere irreversibili ed è certamente questo uno dei primi problemi che dovrà affrontare la nuova amministrazione, molto prima delle lottizzazioni e della funivia che qualcuno (leggi Centrosinistra) ha messo come punto di forza nel proprio programma elettorale.
Il Commissario esagera
Non è stato questo, invece, il problema principale del Commissario che, preoccupato unicamente di fare cassa, ha calcato la mano impegnandosi nel salasso oltre il necessario tant’è che il reale gettito dell’ IMU ha ampiamente superato l’obbiettivo che era stato prefissato quando, portando le aliquote ai livelli massimi, ci si era preposti di incassare circa 8,3 milioni di euro a fronte dei quasi 9 milioni che invece sono andati a finire nelle casse del Comune con un surplus di circa 700.000 euro.
Realizzare un surplus in un momento in cui le famiglie si svenano per cercare di andare avanti è veramente di un cinismo insopportabile, ma rientra nella logica di una gestione assolutamente impersonale qual’ è quella di un Commissario calato in una realtà che non gli appartiene, incaricato di rimettere ordine in una situazione disastrata senza tener troppo in conto i morti e i feriti che lascia lungo la strada; se in tutto questo c’è una responsabilità è quella di chi ha provocato il disastro e di chi il Commissario l’ha fatto venire a Marano.
Quant’è profondo il mare…
A questo punto i cittadini che hanno subito un salasso così feroce hanno il diritto di domandarsi se il loro sacrificio abbia prodotto almeno risultati significativi sul piano del risanamento delle finanze comunali perché, a rigor di logica, l’incasso non preventivato (si tratta di una tassa di nuovo conio) di una somma di quasi 9 milioni di euro a fondo perduto dovrebbe alleggerire sensibilmente lo stato di sofferenza della cassa. Noi non vorremmo fare ancora una volta la figura della Cassandra, ma l’impressione che la situazione sia sostanzialmente cambiata non l’abbiamo avuta anche perché di tutti questi soldi il Comune ne aveva già incamerata una cospicua parte con il versamento del primo acconto e tutto il resto pare fosse già entrato in circolazione quando con la delibera n° 55 del 20 dicembre il Commissario autorizza il Dirigente dell’Area Economica a prelevare allo scoperto somme fino a 8,7 milioni di euro. Noi sappiamo bene che “autorizzare” non significa automaticamente “prelevare”, ma se mentre incassi 9 milioni ti organizzi per andare a utilizzare lo scoperto di banca per altri 9 penso sia logico domandarsi con terrore “ma quanto cavolo è profondo questo buco?”
Noi non siamo riusciti ancora ad averne un’idea precisa, però sappiamo con certezza che quelli che l’hanno prodotto si stanno preparando per tornare a completare l’opera… meditate gente, meditate.
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