
La politica locale ci ha abituati a vederne di tutti i colori e non ci fa più specie se quello che ieri vestiva i panni del paladino della protezione degli animali oggi lo troviamo dal nostro macellaio di fiducia nei panni più dimessi del garzone di bottega; sembra che in nome della politica tutto sia lecito e che sia possibile trovare una spiegazione per tutto e per il contrario di tutto e, per quanto noi non condividiamo nemmeno un po’ il concetto e restiamo convinti che il bianco si debba sempre chiamare bianco e il nero lo si debba chiamare sempre nero, alla fine ce ne siamo fatti una ragione e non ci curiamo più nemmeno di registrare tutte le contraddizioni che quotidianamente si sviluppano nella politichetta della nostra città perché abbiamo capito che non riscuotono più nemmeno l’ interesse dei nostri lettori.
Ce n’è però una che si è venuta a creare in quest’ultimo periodo e che ci sembra sia il caso di segnalare per quella che a nostro parere è una amena novità anche nel panorama molto variegato di Marano e riguarda lo strano rapporto che intercorre fra il partito de L’Italia dei Valori e il Partito Democratico.
Giano bifronte
I responsabili della sezione maranese de L’Italia dei Valori, in vista delle elezioni comunali che si terranno il 26 maggio, hanno deciso già da un pezzo di contrarre matrimonio con il Partito Democratico che, oltre al candidato sindaco, porta in dote il bilancio disastroso di due esperienze amministrative fallimentari e ripresenta gli uomini che in quelle due esperienze hanno avuto ruoli determinanti; per le elezioni politiche nazionali, invece, il partito di Di Pietro professa un antagonismo insanabile con lo stesso PD e si schiera con la Rivoluzione Civile di Ingroia dove proprio a livello locale sono pesantemente impegnati con la candidatura in una posizione di assoluto prestigio di Michele Palladino.

I valori e i voleri
Noi non nascondiamo il fatto di avere avuto qualche volta il dubbio che la parola “valori” possa essere usata un po’ a sproposito e che in certi casi venga adattata, come il classico elastico delle mutande, a esigenze meramente dialettiche e ci sembra che quello di cui stiamo parlando sia il più emblematico fra i casi possibili.
I primi dubbi nacquero quando alle elezioni comunali del 2011 il partito di Di Pietro che aveva scelto i valori che esprimeva il progetto politico della coalizione che faceva capo a Mauro Bertini, dopo il primo turno capì che erano più utili i valori di Mario Cavallo e salì sul carro sgangherato del vincitore per condividere con lui la follia amministrativa e la conclusione ingloriosa.
Ci ha confermato poi nell’idea il fatto che l’Italia dei Valori in salsa locale abbia deciso di stringere un patto di ferro con il Partito Democratico di Matteo Morra e con Eduardo Simioli (che non si era ancora costruita addosso una lista civica a sua immagine e somiglianza) senza sapere ancora per fare che cosa e molto prima che venisse abbozzato un embrione di programma, quel programma che non è ancora entrato nell’ordine del giorno dei “tavoli di lavoro” che si riuniscono a cadenza quasi quotidiana per discutere di incarichi da spartirsi mentre a livello programmatico gli unici obbiettivi sui quali pare che per adesso abbiano trovato una convergenza sono quelli che hanno campeggiato in città su megamanifesti dove si comunicava che gli impegni del Centrosinistra erano fondamentalmente due: il rilancio delle lottizzazioni e…la funivia (sic!). Tutti qui i valori da mettere in campo?
Qualcosa però bolle in pentola
Proprio in queste ore, però, stanno succedendo cose che segnalano forti maldipancia all’interno dell’IDV e che non possono non ripercuotersi sulla rabberciata accozzaglia che continua a chiamarsi Centrosinistra; con un blitz improvviso la sezione maranese del partito è stata commissariata e, senza alcun preavviso, sono stati messi fuori gioco il segretario e quelli dei suoi che esprimevano la più beghina sudditanza e acquiescenza ai piani da tempo predisposti dal Partito Democratico; pare che siano saltati gli accordi sottobanco già stretti a livello di segreterie e sembra che stia crescendo la voglia di sdoganamento da una mortificante posizione di subalternità; che qualcuno si sia preso la briga di andare a verificare quale fosse il significato profondo della parola “valori” e abbia scoperto che questa si coniuga meglio con i principi della dignità, della correttezza e dell’onestà piuttosto che non con le manovre subdole, spericolate e spregiudicate dalle quali non può prescindere qualunque alleanza con il PD di Marano?
E’ certo che finire coinvolti in una avventura dove ti troverai soci di maggioranza Morra e Simioli non aiuta certo a prendere sonno.